mercoledì 4 aprile 2018

Chaostar - The Undivided Light: il mondo perfetto della stella caotica

(Recensione di The Undivided Light dei Chaostar)


Una delle esperienze più belle da fare come ascoltatore e amante della musica è quella di scoprire la propria dimensione. E' un percorso affascinante perché è fatto di scoperte, di emozioni, di sorprese. Per quello sostengo da molto tempo che ogni persona dovrebbe avere la possibilità di ascoltare quanta più musica diversa senza rimanere mai inchiodati alle poche e scadenti proposte che i canali mainstream propongono. Così facendo non ho dubbi che il panorama musicale cambierebbe drasticamente e positivamente.

The Undivided Light è il quinto disco dei greci Chaostar ed è uno di quei lavori di una grandissima profondità nella quale ci si addentra solo dopo ripetuti ascolti. E' un lavoro che regala svariati spunti che si snodano di volta in volta. Tutto ciò perché è un'opera variegata e dinamica basata su due aspetti fondamentale: la ricchezza degli arrangiamenti e la versatilità di una voce impeccabile. In tutti i casi fermarsi a queste poche osservazioni sarebbe molto limitante e non darebbe il quadro completo della situazione, questo disco non pretende soltanto di essere un lavoro "bello" e "ricercato" ma si spinge anche in altre direzioni ed è proprio lì che entra in gioco la parte più interessante. Questo perché i confini che va a toccare questo lavoro sono dei confini d'avanguardia, tutt'altro che scontati. Questo sforzo finisce per dare nascita a un linguaggio proprio, a un modo di vivere la vita in modo alternativo, dove melodia e sperimentazione si mescolano come si mescolano il profilo moderno e quello classico. Per quello la forbice di quest'album è molto ampia e può contenere chi cerca nella musica svariate sensazioni.

The Undivided Light

Come detto prima se c'è una certezza questa è che The Undivided Light non è mai monocorde. Ci si presenta pieno di varietà, varietà che ha un impatto sia su la parte musicale che su quella delle parole. I Chaostar scelgono di cantare in più di una lingua, perché la musicalità delle parole è fondamentale per rafforzare la loro idea. Strumentalmente questo è un album con frammenti che potrebbero venire fuori da un'opera di musica classica contemporanea, altri, invece, che appartengono di pieno diritto alla parte più avanguardista del metal, ma ci sono anche delle sfumature dark folk. Per quello questo disco sembra mettere insieme le sensazioni sonore di grandissimi artisti come i The Third and the Mortal, i Tactile Gemma ma anche i Dead Can Dance. Tutti gruppi che se una cosa ce l'hanno in comune è la voglia di costruire una strada ex-novo, senza dover tenere conto da quello che è già esistente. Questa libertà si sente, si respira, alimenta ed espande questo disco fino a darle delle sembianze monumentali. 

The Undivided Light

Se c'è qualcosa che la musica deve sempre fare, a prescindere del genere che si fa, è emozionare. La musica è un catalizzatore che trasforma emozioni in note per poi diventare altre emozioni. The Undivided Light emoziona, regala dei momenti dove ci si sente collegati con ogni singola nota, con i diversi profili che sono raggruppati in questo nuovo disco dei Chaostar. Forse non sarà il disco intero a suscitare emozioni, forse ci sono momenti più toccanti ed altri meno, ma questo è un lavoro che ognuno deve fare separatamente, mettendo in sintonia sé stesso con le note di questo prezioso disco.

Chaostar

Insisto nel dire che ognuno deve trovare la propria dimensione dentro di questo lavoro. Per quello l'approfondimento dei brani che più mi sono piaciuti vale solo per me, per quello che questo disco mi ha lasciato, e non è detto che sarà lo stesso per gli altri ascoltatori.
Le mie scelte ricadono su  questi due brani:
Stones and Dust. Un'introduzione neo classica alla Dead Can Dance ci porta ha degli sviluppi sorprendenti, ad un climax musicale sinfonico. Questo brano è una montagna russa di emozioni, di bellezza, di giochi. E' un brano vivissimo e bellissimo.
Silent Yard. In apertura di questa recensione parlavo di come ognuno deve trovare la propria dimensione nella musica e di quanto sia bello percorrere quel sentiero. Se c'è un brano, più di qualsiasi altro, che in questo disco vada incontro a quella dimensione senz'altro è questo qui. L'avanguardia domina, la voglia di creare un linguaggio unico, il modo di costruire un brano in maniera orizzontale, allontanandosi quanto più possibile dalle solite strutture. Questo è un brano da mettere insieme con gli sforzi musicali di due gruppi che adoro: i The Third and the Mortal e i loro quasi naturali successori, The Soundbyte. Prezioso, complesso, grintoso. Avantgarde metal suonato con cognizione di causa per creare un piccolo capolavoro che non è alla portata di tutti.


The Undivided Light è un disco che dovrebbe moltiplicarsi all'infinito. Quanto sarebbe bello che il mondo musicale fosse pieno di esempi come questo. La mia deve essere più di un'opinione personale, perché avvicinarsi a lavori come questo fa bene all'anima, alla volontà di vivere la musica, di trovare la profondità giusta e il riflesso di quello che ognuno di noi è, perché banalizzare l'essere umano, come banalizzare la musica è un errore che non si deve mai fare.Magari vivessimo tutti dentro alla stella caotica dei Chaostar.

Voto 9/10
Chaostar - The Undivided Light
Season of Mist
Uscita 23.03.2018

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