sabato 15 aprile 2017

Les Discrets - Prédateurs: l'arte è sempre avanti

(Recensione di Prédateurs di Les Discrets)


Proprio mentre scrivo queste linee la tensione internazionale tocca dei punti così alti come non era successo da parecchio tempo. In un certo modo tornano paure antiche di guerre nucleare con conseguenze impensabile che fino ad adesso sono state immaginate solo nei romanzi fantascientifici. Io sono abbastanza ottimista per natura e mi è difficile pensare ad uno scenario apocalittico, ma soltanto l'idea che nelle menti di certi leader ci sia la possibilità di radere al suolo un'intera nazione "nemica" fa capire che l'uomo è diventato un predatore pronto a distruggere il suo simile solo per primeggiare. Ed è tristissimo.

Prédateurs

Nella mente di Fursy Teyssier non c'era la consapevolezza di una situazione del genere quando ideò Prédateurs, terzo album di Les Discrets, ma, da grande sensibilità artistica, era facile riassumere l'evoluzione dell'umanità in quel concetto: il predatore. 
La direzione che stava intraprendendo la band francese era stata già svelata con l'EP Virée Nocturne, che vi ho recensito qui, ma il quadro non era assolutamente completo. Mancavano degli elementi per capire il perché di un importante cambiamento musicale. Questo nuovo disco non solo lo spiega ma permette di fare dei parallelismi interessanti. Mi vengono in mente due gruppi, i Kayo Dot e i Klimt 1918, che son i loro ultimi dischi hanno abbracciato altre sonorità "nuove" che, se bene non siano simili a quelle di Les Discrets, hanno qualcosa in comune. Dal cosmico ed universale si passa all'urbano, alla definizione dell'habitat dell'uomo.

Prédateurs

Ma concentriamoci sullo sguardo della band di Lyon. Anzi tutto questo sguardo è poesia, è nostalgia, è solitudine ed è intrinseco di un romanticismo particolare che la letteratura francese ci ha spesso regalato. D'altra parte questo sguardo è quasi cinematografico. E' costruito con la cura di un bravo direttore di fotografia, che sa che un film diventa arte non soltanto per la storia che racconta ma per come la racconta con le immagini, con la scelta delle inquadrature e delle luci. Questo Prédateurs ha tutto ciò. Ha la scelta di fare qualcosa di diverso da tutto quello che avevano fatto Les Discrets fino ad adesso perché c'era bisogno di raccontare la storia in un modo diverso. 

Prédateurs

Musicalmente il cambiamento è abbastanza significativo perché lo shoegaze ed il post rock dei lavori precedenti sembrano scomparsi. Sembrano, ma in realtà ci sono piccole sfumature che dimostrano che ci sono ancora. Il protagonismo di Prédateurs è riservato ad un'impronta elettronica che si sposa perfettamente con i restanti strumenti. Per quello possiamo parlare di trip hop, di dark ambient e di una, troppo generica, conversione indie rock. La cosa bella è che tutto è condito dagli elementi che prima vi ho descritto. C'è un oscuro e poetico romanticismo che rimane il legame fondamentale col passato di Les Discrets. Tutto è ben curato, è bellissimo, è affascinante come un vestito di pizzo nero su una pelle bianca. Non ci sono eccessi, c'è un equilibrio ben ragionato sul protagonismo riservato all'elettronica e il ruolo che deve avere. Per quello quella parte non è mai invasiva ma crea la base ideale per lo sviluppo strumentale del brano e l'adagiarsi delle voci.

Prédateurs

Prédateurs è un album di resa. E' un album che fa venire in mente l'immagine di un personaggio favoloso, diverso da tutti gli altri, che si siede ad osservare l'autodistruzione dell'uomo con la consapevolezza che prima o poi sarebbe successo ma con un'infinita tristezza. E' un album di ombre, di luci artificiali, di vicoli e di distacco. Les Discrets creano un'opera poetica che è un arma a doppio taglio, perché può sembrare finzione ma, nello stesso momento, è così reale da far male. 

Les Discrets

Due dei brani di questo disco erano già stati svelati grazie all'EP Virée Nocturne, dunque mi concentrerò sulle altre canzoni andando a consigliarvi soprattutto queste qua:
Les Amis de Minuit. Già dal titolo si capisce che l'anima di Les Discrets è la stessa di sempre. Che guardare dall'ombra è il loro mestiere, che è una band che osserva per riflettere e poi parlare.
Fleur de Murailles. Bellissima. Poesia pura. Su questo brano l'elettronica è fondamentale a dare una dimensione eterea sulla quale le voci ci guidano. 



Con Prédateurs si può imparare una lezione importante. Cioè che per raggiungere un risultato bisogna far confluire tutte le energie adattandosi. E' quello che hanno fatto Les Discrets, perché difficilmente questa storia poteva essere raccontata diversamente. E per quello rimane l'idea che nei prossimi dischi ci sarà sempre un avvicinarsi alla dimensione ottimale facendo i cambiamenti necessari per arrivare meglio a trasmettere non solo musicalmente quello che si vuole trasmettere. Qua ci sono riusciti alla grande.

Voto 9/10
Les Discrets - Prédateurs
Prophecy Productions
Uscita 21.04.2017

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